Psicologa, psicoterapeuta, Anna Pisterzi è Fondatrice e CEO di Transiti, Psicologia d’Espatrio, startup innovativa che sta sviluppando un metodo scientificamente validato per fornire consulenza psicologica online, in lingua madre, per expat. Sarà ospite e tra i relatori dei Workshop Informativi sull’Espatrio: “Traiettorie. Guida Psicologica all’Espatrio, una serie di eventi organizzati dal Comites Irlanda dedicati al benessere psicologico degli italiani che vivono all’estero.

1)Come è nata l’idea di organizzare questi workshop informativi sull’espatrio?

Gli incontri di presentazione e i workshop a partire dal libro Traiettorie. Guida psicologica all’espatrio” (tau ed. 2023) sono Realizzati con il contributo della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con l’obiettivo di coinvolgere sempre di più le Istituzioni per gli Italiani all’estero e le comunità di expat, nella presa di consapevolezza di una tematica tanto importante quanto sottovalutata: il benessere psicologico e la salute mentale in percorsi di mobilità. Tutte le persone che incontriamo, che hanno fatto o stanno facendo un’esperienza all’estero, ci segnalano l’importanza di portare l’attenzione sulla questione. Emigrano infatti anche le menti e non solo i corpi e come ha sottolineato l’onorevole Porta “fenomeno emigrazione non va solamente studiato, ma seguito e accompagnato anche con apposite proposte di legge”.

2)Quali sono le principali difficoltà psicologiche che gli italiani espatriati affrontano?

Le complessità psicologiche che chi è in una traiettoria d’espatrio si trova a dover elaborare  hanno spesso a che vedere con diverse dimensioni intrecciate che partono dalle caratteristiche individuali alla qualità del rapporto con gli affetti, alle pressioni  e ai significati che il sociale in quel momento storico conferisce all’emigrazione. Muoversi alla ricerca di un luogo da chiamare casa è un comportamento che l’uomo compie da sempre, ma le spinte e i modi in cui può farlo sono socialmente e storicamente connotati e questo ne determina anche i colori affettivi e le derivanti difficoltà psicologiche. Possiamo dire che oggi mediamente un italiano che espatria si troverà a fronteggiare alcuni aspetti quali ad esempio :il dialogo nel contorno familiare, la pianificazione della partenza, l’esplorazione del nuovo mondo, il senso di colpa, la nostalgia, la curiosità, la “fuga”, l’adattamento e l’integrazione nel nuovo contesto. 

3)Perché l’espatrio è considerato una tappa di sviluppo psicologico importante?

Una tappa di sviluppo nella psicologia del ciclo di vita si riferisce a un periodo specifico caratterizzato da cambiamenti o trasformazioni significativi, sia a livello fisico, cognitivo, emotivo o sociale, che una persona attraversa nel corso della sua vita. Ogni tappa è associata a sfide, compiti evolutivi e potenziali di crescita specifici per quella fase, e ciò che viene percepito come successo o  fallimento nell’affrontare queste sfide può influenzare lo sviluppo o l’inviluppo nelle fasi successive.

L’espatrio può essere considerata una tappa di sviluppo plus perchè possiede le caratteristiche sopracitate ed è sicuramente un evento spartiacque nella vita della persona e dei suoi affetti. Ciò che abbiamo imparato, come umani, è che accompagnare con specifici interventi  le tappe di sviluppo (pensiamo ai corsi pre parto o ai percorsi di orientamento lavorativo) migliora la capacità di affrontare in modo positivo e nutriente la sfida che la tappa di sviluppo pone. Significa permettere all’individuo di migliorare la consapevolezza e il senso di efficacia nell’affrontare l’incertezza che il rapporto con l’ignoto valorizzare gli aspetti di piacere e apertura mentale che il rapporto con  la scoperta del mondo e di nuove parti si sè comporta

4)Come si è sviluppato il libro “Traiettorie. Guida psicologica all’espatrio” e qual è il suo scopo?

Il progetto di “Traiettorie” è nato dalla nostra esperienza quotidiana di supporto psicologico agli italiani all’estero, studio e ricerca  tramite la cooperativa sociale Transiti Psicologia d’espatrio www.transiti.net .

Il processo di espatrio porta con sé sfide emotive e psicologiche molto profonde, che spesso non vengono affrontate adeguatamente. L’espatrio non è solo una questione logistica, ma un viaggio che coinvolge l’identità, la separazione dagli affetti, e l’adattamento a un nuovo contesto culturale. Ci siamo accorti che c’era bisogno di una guida che non offrisse soluzioni rapide, ma che permettesse una riflessione continua sulle esperienze interiori di chi si trova in espatrio.

Il supporto della Fondazione Migrantes è stato fondamentale per lo sviluppo del libro. Migrantes, con il Rapporto Italiani nel mondo, curato dalla sociologa Delfina Licata, è da sempre molto attenta alle esigenze delle comunità italiane all’estero, e ci ha permesso di concretizzare l’idea. Grazie al loro contributo, abbiamo potuto dare vita a una guida che non si limita a suggerire strategie pratiche, ma che aiuta le persone a prendere consapevolezza delle loro traiettorie emotive durante l’espatrio. La Fondazione ha creduto nell’importanza di offrire uno strumento psicologico a chi vive questa complessa esperienza, supportando così il benessere psico-sociale degli italiani nel mondo. 

Prossimo evento

 𝐆𝐢𝐨𝐯𝐞𝐝𝐢̀ 𝟕 𝐍𝐨𝐯𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞:
“In dialogo a partire da Traiettorie” – Un panel di discussione rivolto ai professionisti italiani in Irlanda per esplorare le sfide psicologiche dell’espatrio.

Ora: 𝟏𝟖:𝟎𝟎 – 𝟐𝟎:𝟎𝟎

Nella storia recente degli Italiani d’Irlanda spicca la figura di Concetto La Malfa, giornalista italiano
fondatore nel 1983 di ITALIA STAMPA, un periodico per la Comunità italiana e amici dell’Italia in Irlanda.
Italia Stampa, pubblicato con successo fino al 2014, ha rappresentato un faro e un collegamento tra
l’Italia e l’Irlanda, rappresentando una preziosa documentazione storica delle vicende italiane.
È stato una piattaforma per la presentazione una miriade di argomenti quali Informazioni su fatti italiani in
Italia e in Irlanda, attività del Comites Irlanda, eventi culturali organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di
Dublino ed eventi letterari, socioculturali e sportivi italiani ed italo-irlandesi.

I suoi 31 anni quale editore dell’unico periodico cartaceo italiano in Irlanda costituiscono un fatto storico della presenza italiana in questo Paese.


L’influenza di Italia Stampa si estende oltre le 2000 pagine pubblicate. Una testimonianza della sua ricca
storia è la raccolta di nove volumi di tutte le edizioni del periodico che è disponibile per la consultazione
presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino.
Dal 2014 in poi fino ad oggi Concetto La Malfa si è dedicato alla gestione del canale YouTube
EUROWORLD NEWS IRLANDA youtube.com/@euroworldnews/videos per la copertura di eventi italiani
europei e mondali.

Ecco qui un’ intervista r, dove il giornalista racconta la sua eredità giornalistica:

Con piacere vi annunciamo che abbiamo creato una waiting list per accedere alle classi di italiano.
Ecco qui il link: Lista di attesa Progetto Scuola.
Vi preghiamo di leggere con attenzione la prima pagina prima di iscrivervi, perché il corso potrebbe non essere adatto a vostro figlio. Il corso è solo per bambini di età compresa tra i 7 ai 12 anni, ma potete inserirvi nella waiting list in qualsiasi momento, poi noi vi faremo sapere a tempo debito se vostro figlio è stato accettato in una delle classi.

Le classi sono composte da un massimo di 14 alunni e si svolgono di sabato, 2 volte al mese (stiamo anche valutando di fare partire le classi anche di Domenica – soggetto a disponibilità della sala) presso una sala dell’Istituto Italiano di Cultura.

Per maggiori informazioni potete scrivere ad Anna e Chiara, responsabili di questo progetto, all’indirizzo email info@comitesirlanda.com

L’Ambasciata d’Italia in Dublino rende noto che è stato pubblicato un Avviso di assunzione di n.2 impiegati a contratto temporaneo della durata di 6 mesi

da adibire ai servizi di assistente amministrativo.

Le candidature dovranno essere presentate entro e non oltre le ore 12.00 locali del 26 febbraio 2024.

Per informazioni consultare il sito dell’ Ambasciata

Il Comites con le associazioni redial and Erasmus plus ha organizzato un incontro su internet safety destinato ai bambini e ai genitori del progetto scuola classe 4. Per l’occasione verranno esperti a parlare ai bambini e ai genitori sull’uso corretto di internet. L’incontro è previsto dopo la scuola e si tratta di un paio d’ore. E’ un’occasione bella e interessante per poter imparare qualcosa di nuovo.

Parlaci un pò di te

Mi chiamo Giovanni Bonina, ho 32 anni, sono nato a Viterbo, mi sono laureato in farmacia
all’università di Perugia e poi mi sono trasferito qui a Dublino, dove vivo da fine 2014 e svolgo da
allora la professione di farmacista. Dopo aver lavorato come dipendente per alcuni anni, nel 2020 ho
aperto la mia farmacia che è in ascesa.

Cosa vuol dire svolgere la tua attività in Irlanda? Quali sono state le maggiori sfide che hai affrontato? Quali sono i vantaggi, le opportunità offerte dal tuo lavoro svolto all’estero?
Sicuramente svolgere questo lavoro qui è motivo d’orgoglio sia dal punto di vista personale per i
risultati ottenuti fin qui nella mia carriera e sia perchè gli studi effettuati in Italia mi hanno dato una
grandissima preparazione.
In piu’ lavorare qui mi gratifica molto dal punto di vista professionale e la consapevolezza di essere
molto apprezzato dalla comunita’ che servo mi rende fiero e mi spinge a dare sempre il meglio di
me; anche come segno personale di ringraziamento alla gente di un paese che mi ha accolto a
braccia aperte e dato l’opportunita’ di diventare il professionista che sono oggi.
Se puo’ essere definita “sfida”, la principale è stata senza dubbio doversi uniformare ad un sistema
sanitario e farmaceutico molto diverso da quello italiano, includendo le modalita’ di lavoro, la
legislazione, la dispensazione dei farmaci ed il rapporto con dottori, ospedali e pazienti.
L’altra “sfida” è quella di migliorare quotidianamente la mia pratica professionale in modo da
garantire un servizio eccellente ed efficiente che soddisfi ogni richiesta da parte del paziente e
dell’intera comunita’.
Sicuramente lavorare in diverse farmacie nel corso degli anni mi ha consentito di avere un bagaglio
professionale molto ampio; ogni farmacia ha un modo diverso di gestire la propria attivita’ e opera
con procedure differenti. Il mio intento è quello di riversare nella mia farmacia tutto il meglio che ho
incontrato e portarlo ad un livello superiore, aggiungendo a questo un pizzico di italianita’.

Perché vuoi segnalare la tua attività e farti conoscere dalla comunità italiana?
Ci sono italiani sparsi in tutto il mondo e qui in Irlanda e, specialmente a Dublino, c’è una grande e
sempre crescente comunita’ di italiani.
Vivere lontani dal proprio paese non è facile e specialmente non conoscere a fondo il sistema
sanitario e farmaceutico nazionale. Per questo il mio intento è quello di fungere da supporto e
riferimento per tutta la comunita’ di italiani residenti qui dando consigli di natura medica e
farmaceutica, cercando un’alternativa ai farmaci italiani in caso di necessita’ o chiarendo qualsiasi
tipo di dubbio.
La mia farmacia si chiama Village Green Pharmacy e si trova a Tallaght, Dublino 24. Il team che lavora
qui ogni giorno è tutto italiano.
Siamo qui per offrire il nostro servizio professionale ed aiutare ogni nostro connazionale per le
proprie esigenze di natura sanitaria.
Noi ci siamo. Sempre.

Il 26 giugno 2023 è avvenuta la consegna dei diplomi di seconda elementare ai piccoli alunni che hanno partecipato al progetto scuola, organizzato dal Comites Irlanda con il supporto e la stretta collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura

Gli studenti hanno ricevuto il meritato attestato di fine corso dal Capo della Cancelleria Consolare, Mariangela Matonte e dalla Presidentessa del Comites, Emiliana Capurro.

Hanno preso parte alla giornata anche Anna Floriani, in veste di consigliera e di mamma, il Vice Presidente del Comites, Luca Mancinelli e la consigliera Chiara Castelbolognesi.

Il corso aveva avuto inizio nel 2022 come un progetto pilota, accogliendo i primi studenti della seconda elementare. Grazie al successo ottenuto dall’iniziativa, è stato poi possibile proseguire anche quest’anno, includendo più alunni e aggiungendo ulteriori classi. Nel 2023 quindi, la campanella è suonata nuovamente con le lezioni della seconda e della terza elementare. Hanno partecipato 15 allievi seguiti dalla maestra Daniela Sordi e 26 scolari hanno trovato posto nelle due classi, dove ad insegnare è stata la docente Anella Conte.

Il Progetto Scuola, organizzato con una cadenza bi-settimanale, ricomincerà ad ottobre, quando i bambini che hanno frequentato l’anno scolastico e ricevuto il diploma, proseguiranno con le successive classi. Le lezioni si sono concentrate sull’insegnamento della storia, ma soprattutto si sono soffermate sulla grammatica italiana. Anche se viene richiesta una certa padronanza dell’italiano, l’obiettivo principale è affrontare tutte le difficoltà e le sfide che possono spesso incontrare gli studenti bilingui.

Il 26 giugno quindi, gli alunni hanno potuto festeggiare la conclusione del progetto portando a casa il meritato diploma. Questa cerimonia ha offerto la possibilità di premiare l’impegno dei bimbi e di riconoscere ufficialmente l’entusiasmo e la dedizione che hanno dimostrato durante tutto l’anno scolastico. Un forte ringraziamento va anche ai genitori che con pazienza hanno seguito e accompagnato i loro figli in questo fantastico percorso verso l’acquisizione di nuove conoscenze.

Emiliana Capurro, la Presidentessa del Comites Irlanda ha commentato la giornata:

“La graduation dei bambini del progetto scuola, avvenuta in Ambasciata, è stato un evento emozionante non soltanto per i bambini e per i genitori che hanno partecipato, ma anche per noi rappresentanti del Comites presenti quel giorno. Aver conferito il certificato agli studenti presso l’Ambasciata ha sottolineato ancora di più il forte legame tra le istituzioni presenti sul territorio. Ringrazio davvero di cuore l’ambasciatore italiano e l’Ambasciata italiana per essere sempre  così attenti verso le tematiche che riguardano i bambini ed i giovani!”

Anche i genitori sono stati molto soddisfatti del progetto e della cerimonia:

“È stata una bellissima serata quella dei diplomi; in Ambasciata si respirava un’aria solenne, ma anche molto familiare e accogliente. Vedere il sorriso di tanti bambini con le loro famiglie è stato molto emozionante. 

Quella della scuola di italiano è un regalo veramente grande per noi, è un modo per sentire le proprie radici, approfondendo la lingua e la cultura del proprio paese e dei propri cari che ancora abitano lì. È un ponte che dà, alle nuove generazioni che crescono in un paese diverso, la possibilità di un dialogo con il paese di origine della propria famiglia.” 

Grazie al Comites, all’Ambasciata Italiana, alle maestre e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo prezioso progetto”, ha commentato Chiara, una mamma.

Requisiti minimi:
Abilità di effettuare lezioni di persona a Dublino
Certificato di abilitazione all’insegnamento della lingua italiana
Esperienza nell’insegnamento e/o gestione di gruppi di bambini tra i 6 e i 12 anni

Ore previste: 2 ore alla mattina o 4 ore al pomeriggio.

Le lezioni hanno luogo presso l’Istituto Italiano di Cultura in 11 Fitzwilliam Square E, Dublin, D02 KN81 al sabato (mattina e/o pomeriggio)

Per informazioni, contattare: info@comitesirlanda.com

Il progetto scuola è giunto ormai al suo secondo anno, però in questo articolo vorremmo raccontare come è nata questa idea e rendere omaggio a chi ha messo a disposizione la sua esperienza ed il suo tempo. Il professore Claudio Morandi, venuto a mancare qualche settimana dopo questa intervista, aveva lavorato per anni nella Scuola Cristoforo Colombo di Buenos Aires, nel Centro Culturale di Olivos, nella Scuola Leonardo da Vinci de la Plata e anche nella Scuola Italiana di Montevideo, sia come professore sia come preside. Vi invitiamo a leggere queste preziose indicazioni, scritte da un docente che pur soffrendo già di un grave male non ha esitato un attimo a raccontare la sua carriera per aiutare un Comites di oltreoceano a creare un progetto sulla scuola.

Che tipo di scuole esistono all’estero?
“Ci sono varie tipologie di scuole italiane all’estero, ci sono scuole italiane statali che hanno sede all’estero (Parigi, Madrid, Barcellona, Addis Abeba…), queste dipendono direttamente dal MIUR e dal MAECI e tutti gli insegnanti sono mandati dall’Italia dal Ministero, ma costituiscono la minoranza delle scuole italiane all’estero.
Ci sono scuole locali che incorporano l’italiano e alcune discipline in italiano e mandano i loro alunni, per lo meno quelli che lo desiderano, ad affrontare come privatisti gli esami di Stato presso una scuola italiana paritaria per ottenere il diploma con validità in Italia e in Europa. Ovviamente sono scuole che sono inserite nella struttura educativa locale e che alla fine del corso di studi offrono un diploma valido nel paese in cui sono. Gli insegnanti di italiano, in questo caso non hanno l’obbligo di avere un diploma o una abilitazione riconosciuta dall’Italia.
Ci sono infine le scuole ITALIANE PARITARIE (private) che costituiscono la maggioranza. Si tratta di scuole rette da Associazioni di Genitori o di Imprenditori, senza fine di lucro, private e a cui il Governo Italiano, riconoscendo che ottemperano a tutti i requisiti legali (e non sono pochi!), concede il titolo di PARITA’ rispetto alle scuole metropolitane, per tale ragione manda insegnanti di ruolo dall’Italia, che abbiano superato il concorso di ammissione, ad insegnare in queste scuole, ovviamente si tratta di insegnanti di materie fondanti, Italiano (Latino neri licei), Storia, Filosofia, Matematica, Fisica e poche altre materie in quanto gli altri docenti possono essere reperiti in loco, per quanto debbano ugualmente possedere dei requisiti specifici (laurea italiana con esami che attestino la conoscenza e la possibilità di insegnamento della materia a cui aspira, abilitazione all’insegnamento per la stessa materia o più). Queste scuole hanno il pregio di essere inserite nella struttura educativa del paese in cui nascono e quindi di offrire titoli spendibili in loco, ma in più svolgono il curricolo della scuola italiana contemporaneamente dipendendo da un Dirigente Scolastico inviato dal MAECI e che risiede nel Consolato italiano o nell’Ambasciata e che ha il compito di sorveglianza, guida e consiglio nella direzione della scuola.”


Ci può raccontare la sua esperienza?
“La mia esperienza è stata proprio questa, cioè di lavorare in queste tipologie di scuole in cui ho avuto come alunni figli o nipoti di italiani, argentini o uruguaiani tout court, alcuni di origine spagnola, altri ebrei, altri tedeschi, altri russi, altri armeni,splendida esperienza di integrazione! Credo che sia l’unica strada da percorrere. Perchè allora quelle famiglie hanno scelto la scuola italiana? Sarebbe troppo bello rispondere: per l’amore alla cultura e alla lingua italiana.

Ovviamente c’è chi fa questa scelta per i propri figli in base a queste ragioni, ma si tratta della minoranza. Per essere vincente, la Scuola Italiana all’estero deve essere una SCUOLA DI QUALITÁ, deve competere con quella americana, con la tedesca, con la francese e chi più ne ha più ne metta. Deve dare una salda preparazione culturale, i suoi alunni devono essere dei leader e distinguersi all’università, altrimenti diventa la “scuoletta delle monache”.

Come coordinatore didattico (preside) in alcune di queste scuole, ho avuto un proficuo contatto con i genitori e in sede di iscrizione, raramente mi hanno chiesto se gli alunni studiavano l’italiano, ma costantemente se la scuola prevedeva esami internazionali di inglese e a quali facoltà locali il diploma dava accesso. È chiaro che una scuola ben integrata nel contesto sociale e culturale del luogo ha ben più possibilità di prosperare. Sorge una domanda, ma allora con tante materie locali e con meno di quelle che in Italia avrebbero in italiano nella stessa tipologia di scuola, l’alunno italiano perde in informazione e in approfondimento della propria cultura? Forse, ma acquisisce un plus valore in conoscenza di materie diverse, in contatto con compagni di altre culture e altre lingue, in elasticità mentale e disponibilità al cambio. L’esperienza di tantissimi miei alunni mi conferma che la maggioranza di loro ha costruito un cammino di vero successo in Argentina e in vari paesi del mondo.”


Quale e’ il suo consiglio sul progetto scuola del nostro giovane Comites?
“Il mio consiglio, dunque, se pensate di organizzare una scuola italiana, pensatela all’interno della scuola irlandese, studiate con le autorità scolastiche locali, un curriculum integrato delle discipline irlandesi e di quelle italiane, tale da essere accettato da entrambi i paesi e che dia accesso a titoli validi per entrambi. Questa credo che sia l’unica via. Chiedete l’aiuto del Dirigente Scolastico Italiano presso il Consolato che è l’autorità del governo italiano e con potere di mediazione con le autorità scolastiche locali oltre ad essere un esperto nella formulazione di un curriculum scolastico. Come possa essere utile il contatto con il Comites? Va di per sé che chi conosce la realtà locale e ne può tastare le esigenze, sono proprio i nostri connazionali che vivono e lavorano in loco. Ricordiamo che il Comitato deve avere continui e costanti contatti con le autorità diplomatiche del luogo quindi facilitare tutta la parte burocratica richiesta per organizzare una scuola italiana, ma soprattutto verificare se veramente è un’esigenza sentita e se c’è la volontà politica di intraprendere questa avventura.”

BUONA FORTUNA
A disposizione, con piacere, Claudio Morandi

By Marta Rosa Spiga

Marco Monopoli, genitore di Matteo, piccolo alunno del progetto scuola del Comites Irlanda ci racconta la sua esperienza e perché questa iniziativa è importante per la comunità italiana.

Quale é la tua opinione sul progetto scuola promosso dal Comites in Irlanda, come mai avete deciso di aderire?

Nell’ Aprile del 2022,  il Comites, con l’aiuto dell’istituto Italiano di Cultura, ha dato il via ad un progetto “Scuola” per bambini di origini Italiane residenti in Irlanda. Noi abbiamo avuto la fortuna che nostro figlio Matteo di 9 anni, iniziasse questo percorso. Abbiamo deciso di iscriverlo perché perfezionasse la sua conoscenza della lingua italiana. Abbiamo scelto questo corso con l’intenzione di aiutarlo a sviluppare una forte crescita culturale e a fare nuove amicizie.

Come sono organizzate le lezioni?

Le ore di lezione, organizzate attentamente dall’insegnante Daniela, hanno creato un ambiente intimo, coinvolgendo i bambini a interagire e divertendosi con lei. Il corso segue il curriculum italiano, ma approfondisce anche temi interessanti della cultura e storia italiana come l’unità d’Italia, la festa dei lavoratori e anche l’olocausto. Questo corso di approfondimento dello studio dell’italiano ha offerto qualcosa di nuovo ai bambini, un insegnamento che va al di là delle materie che loro abitualmente seguono durante il loro percorso scolastico Irlandese arricchendo il loro bagaglio culturale. Il progetto scuola aiuta a far crescere il loro legame con l’Italia.

Quale é l’insegnamento più importante, il valore fondamentale del Progetto Scuola?

La cosa che affascina molto dei bambini Italo/Irlandesi è che in molti probabilmente ricordano da sempre di aver parlato entrambe le lingue da quando sono nati, e in molti non fanno differenza nell’usarne una o l’altra. Nostro figlio riesce a mimetizzarsi nella società italiana o irlandese senza il minimo sforzo e riesce ad adattarsi ai due diversi stili di vita e approccio a seconda delle situazioni. I suoi emisferi cerebrali sono letteralmente divisi tra le due nazioni.
Quando è in Italia, si immerge piacevolmente nelle nostre usanze, giocare in piazza sotto un sole cocente, il fare amicizia con disinvoltura, essere più espansivo, senza avere paura di avere manifestazione d’affetto. A Dublino invece è un perfetto irlandese, dove gioca a calcio con vento e pioggia, non indossa la giacca d’inverno, molto legato ai suoi amici che sono abbastanza circoscritti nel suo network scolastico e sportivo, e con poche manifestazioni eclatanti di felicità quando si incontrano.
Tuttavia, questi due emisferi lottano tra di loro proprio quando gli viene chiesto: Ma tu di dove sei? Ti senti più italiano o irlandese? Da grande giocherai per l’Italia o per l’Irlanda? Quale è la tua nazione preferita? Sono domande difficili e probabilmente è impossibile rispondere. È semplice rispondere sono un cittadino d’Europa ma è solo un modo per ovviare la domanda.
Questo corso di italiano è stata la risposta giusta, essere in una classe di 15 bambini, che vivono la tua stessa realtà, si crea questo perfetto equilibrio tra le due nazioni. Sono bambini fortunati, perché’ riescono a prendere il meglio da ogni nazione e renderlo proprio. Questo corso è un’opportunità per fargli capire che non sono soli, che non sono etichettabili e che pur essendo piccoli, hanno visto e vissuto molto di più’ dei loro coetanei nati in Italia o in Irlanda e forse di qualche adulto.