Dublino, 5 giugno. Per la prima volta, la nuova residenza dell’Ambasciatore Nicola Faganello in Temple Road ha aperto le sue porte per il ricevimento ufficiale della Festa della Repubblica Italiana. Tra le personalità presenti, spicca Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Luis Mariano Montemayor, Nunzio Apostolico in Irlanda, nominato dal Santo Padre il 25 febbraio 2023.
“La dimensione culturale è fondamentale”, afferma l’Arcivescovo Montemayor, “più ancora di quella economica o politica”. Per lui, ciò che rende davvero saldo il rapporto tra i due Paesi è la continuità degli scambi culturali, i viaggi, le relazioni umane.
“Non dobbiamo essere presenti solo con iniziative economiche o politiche, ma con la cultura,” spiega. E in questo senso, Roma è un simbolo fortissimo, un punto di attrazione naturale per gli irlandesi. “Tutte le strade portano a Roma”, ricorda con un sorriso, “e questo non è solo un detto: per tanti irlandesi, Roma è davvero una meta imprescindibile”.
Alla domanda su cosa rappresenti per lui questa missione diplomatica, Montemayor risponde con calore: “È una gioia incontrare italiani che vivono qui e irlandesi che hanno un legame profondo con l’Italia. Questo contatto umano diretto è la parte più gratificante del mio ruolo.”
L’ambito economico e quello politico? “Importanti, certo, ma secondari rispetto alla forza delle relazioni culturali.” Nessun riferimento, però, a progetti specifici: il focus rimane sull’anima del dialogo tra le due nazioni.
Parlando del turismo, il Nunzio evidenzia il flusso costante di viaggiatori italiani verso l’Irlanda e viceversa, un segno tangibile della reciprocità affettiva tra i due popoli.
Il clima? Immancabile il riferimento all’instabilità meteorologica irlandese: “Stiamo in balia… c’è chi pensa alla pioggia: è normale in Irlanda”, commenta con ironia.
In chiusura, emerge con forza il tono personale e sincero di Monsignor Montemayor: “Essere qui oggi, in un giorno così importante per l’Italia, è una conferma di quanto la diplomazia, quando si nutre di cultura, possa diventare autentico incontro tra popoli.”