di Francesco Dominoni
DUBLINO, 5 GIUGNO – La nuova residenza dell’Ambasciatore Nicola Faganello, nel cuore della prestigiosa Temple Road, ha ospitato per la prima volta il ricevimento ufficiale per la Festa della Repubblica Italiana. Un evento che ha riunito il mondo diplomatico, economico e imprenditoriale italiano e irlandese. Tra i protagonisti della serata, Furio Pietribiasi, Presidente della Camera di Commercio Italiana a Dublino, e Giovanni Sacchi, Direttore dell’Italian Trade Agency di Londra, con competenza estesa anche all’Irlanda.
“I rapporti commerciali tra Italia e Irlanda sono in costante crescita”, afferma Pietribiasi. “Non solo nel settore dei beni, ma anche nei servizi. I dati più recenti parlano chiaro: gli scambi hanno superato i 12 miliardi di euro e la curva è in continua ascesa.”
Il segreto di questa crescita, spiegano entrambi, è nel lavoro sinergico del Sistema Italia. “Noi come Camera di Commercio Italiana, collaboriamo quotidianamente con l’Agenzia ICE,” sottolinea Pietribiasi. “Ed è un onore fare parte di questo ecosistema.”
Sacchi conferma: “Da due anni e mezzo abbiamo attivato un Desk ICE all’interno dell’Ambasciata d’Italia a Dublino, proprio per supportare in modo più diretto le imprese italiane interessate al mercato irlandese. In questi tre anni abbiamo registrato una crescita non solo nel comparto dei beni, ma anche nei servizi, con un’espansione significativa dell’export agroalimentare italiano.”
Un settore, quest’ultimo, che riflette un trend globale: “L’Italia ha superato i 60 miliardi di euro di export alimentare a livello mondiale, e anche qui in Irlanda si vede una crescita marcata”, prosegue Sacchi. “Siamo molto attenti a promuovere i prodotti DOP, DOCG, DOC, e a educare il consumatore locale a scegliere la qualità.”
Pietribiasi si sofferma poi su un altro settore chiave per l’economia irlandese: la finanza. “Il centro finanziario irlandese è uno dei più diversificati d’Europa: asset management, fondi, banche B2B, assicurazioni, fintech. Non parliamo di banche retail, ma di servizi altamente specializzati a supporto di altri istituti. In questo ecosistema competitivo, molte aziende italiane hanno trovato un terreno fertile per stabilirsi e restare competitive.”
La Brexit, inevitabilmente, ha avuto un impatto. “Nel Regno Unito l’introduzione della dogana ha inizialmente provocato disagi,” ricorda Sacchi. “Ma ora l’export italiano ha superato i livelli pre-Brexit. Sull’Irlanda, invece, gli effetti sono stati molto positivi, soprattutto nel settore finanziario e nei flussi commerciali.”
Un’opportunità, quindi, anche per le piccole e medie imprese italiane. “Molte hanno iniziato ad affacciarsi sul mercato irlandese, approfittando della facilità di scambio offerta dal mercato unico europeo”, afferma Sacchi. “Anche in settori di nicchia come il vino, seppur con numeri contenuti, assistiamo a un interesse crescente.”
L’obiettivo comune è chiaro: rafforzare la presenza italiana in Irlanda attraverso l’eccellenza. “Non puntiamo alla quantità, ma alla qualità,” concludono. “Prodotti certificati, educazione al consumo consapevole e valorizzazione del Made in Italy. È qui che l’Italia può davvero fare la differenza.”