di Francesco Dominoni, Responsabile della Comunicazione del COMITES
DUBLINO, 5 GIUGNO – Per la prima volta, la Festa della Repubblica Italiana si celebra nella nuova residenza dell’Ambasciatore Nicola Faganello, situata lungo la prestigiosa Temple Road. Un evento altamente simbolico e istituzionale, che ha riunito diplomatici, autorità irlandesi, esponenti della comunità italiana e rappresentanti del mondo economico e culturale.
Ambasciatore, com’è andata questa prima Festa della Repubblica nella nuova residenza?
“Credo sia andata bene, davvero bene.” Sorride soddisfatto. “È la prima volta che celebriamo qui la nostra festa nazionale, ed è anche la mia prima esperienza da Ambasciatore d’Italia in Irlanda. Il tempo sembrava incerto, minacciava pioggia, ma poi il cielo si è aperto. Abbiamo accolto tante persone e l’atmosfera era positiva. Mi sembra che tutti siano rimasti soddisfatti.”
Qual è stato per lei il momento più significativo della serata?
“Per me è stato importante poter incontrare di persona sia la comunità italiana che le autorità e i principali interlocutori locali.” Aggiunge: “Eventi come questo servono a rafforzare i legami, non solo formali, ma anche umani.”
Come descriverebbe oggi i rapporti tra Italia e Irlanda?
“Si stanno rafforzando.” L’ambasciatore non ha dubbi. “Le basi sono solide: siamo Paesi amici, con una lunga storia di collaborazione e migrazione. Non si tratta di una novità, ma ora siamo in una fase di consolidamento concreto su più fronti.”
Cosa rende questo momento storico particolarmente favorevole?
“Viviamo un’epoca in cui le alleanze tra Paesi amici sono fondamentali.” E prosegue: “Italia e Irlanda devono collaborare ancora di più: nella cultura, nell’economia, e anche sul piano politico. Le rispettive presidenze dell’Unione Europea – Irlanda nel 2026 e Italia nel 2028 – rappresentano un’opportunità straordinaria per sviluppare iniziative comuni e un dialogo ancora più integrato.”
Durante la serata è avvenuto anche un conferimento molto sentito…
“Sì, abbiamo consegnato quattro onorificenze a ufficiali delle forze armate irlandesi.” Lo ricorda con emozione. “Hanno operato al fianco delle nostre forze in missioni di pace in Libano e Kosovo. La loro presenza ha confermato non solo la qualità della nostra cooperazione, ma anche la profondità del legame umano che unisce italiani e irlandesi anche sul terreno.”
Un evento che segna un nuovo inizio?
“Assolutamente sì.” Conclude con serenità. “Tutto è andato perfettamente. Ora ci coordineremo per i prossimi passi. Grazie ancora.”