Intervista a Maria Gabriella Caponi, Console Onoraria d’Italia a Cork, tra riflessioni sull’emancipazione femminile e il valore della cultura all’estero
DUBLINO – Domenica 18 maggio 2025, nella suggestiva cornice del The Sugar Club, in Lower Leeson Street, si è tenuto “Donne Straordinarie”, un evento promosso dal COMITES Irlanda, con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia in Irlanda e l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino.
Un pomeriggio denso di emozioni e riflessioni, costruito su una formula vincente che ha unito teatro, letteratura, arte, blogging e musica, per valorizzare il ruolo delle donne nella società contemporanea e celebrare l’italianità all’estero.
Presente all’iniziativa anche Maria Gabriella Caponi, Console Onoraria d’Italia a Cork, che ci ha raccontato la sua visione sull’importanza di questo tipo di manifestazioni, sul confronto culturale tra Italia e Irlanda e sul valore della memoria storica femminile.
Console Caponi, come definirebbe l’evento “Donne Straordinarie”?
“Un evento profondamente significativo, che ha saputo coniugare cultura e beneficenza in un modo autentico. La formula che unisce narrativa, teatro, arte e contenuti digitali come i blog è molto azzeccata. È una manifestazione che mette in primo piano la nostra italianità, ma in una forma moderna, inclusiva e aperta al dialogo.”
Ha parlato di ‘Italia che avanza in Irlanda’. Cosa intende con questa espressione?
“Intendo un’Italia che non si limita a mantenere vive le tradizioni, ma che evolve, che si afferma con consapevolezza in un contesto internazionale. È la presa di coscienza del valore della nostra cultura, delle nostre competenze, della nostra capacità di contribuire alla società che ci ospita. Questo evento è stato un esempio concreto di questa evoluzione.”
Tra i temi emersi, anche quello della femminilità e dell’emancipazione. Quanto è importante portare questi argomenti in contesti come quello di Dublino?
“È fondamentale. Iniziative come questa offrono uno spazio sicuro dove riflettere sul ruolo delle donne, sia nella società italiana che in quella irlandese. E, soprattutto, permettono di creare un ponte tra due realtà apparentemente diverse ma in realtà molto simili nei bisogni e nelle sfide.”
Che differenze ha colto tra la figura femminile in Italia e quella in Irlanda?
“Non parlerei di differenze culturali innate, ma piuttosto di percorsi storici diversi. L’Irlanda, fin dal processo di indipendenza, ha visto una partecipazione attiva e significativa delle donne. Hanno avuto un ruolo nella costruzione dello Stato, nel voto, nella vita pubblica. In Italia, quel processo è stato più frammentato, più lento. Ma oggi, le sfide e le aspirazioni sono condivise.”
Qual è, secondo lei, la forza di un confronto tra le due esperienze?
“Il confronto è la chiave per capire dove migliorare, cosa valorizzare e come cooperare. Un dialogo tra i progressi italiani e quelli irlandesi, soprattutto in ambiti come la parità di genere, l’emancipazione e la cultura, sarebbe prezioso. È un’operazione che può rafforzare entrambe le comunità.”
Cosa si augura per il futuro della comunità italiana in Irlanda?
“Mi auguro più eventi come questo, che uniscano bellezza e riflessione, cultura e azione. Mi auguro una comunità sempre più sicura del proprio valore e capace di farsi ascoltare, non solo nei momenti di festa, ma anche nei luoghi del pensiero, della cultura e del confronto istituzionale. È lì che si costruisce un’identità forte.”
Una voce autorevole, quella di Maria Gabriella Caponi, che invita a guardare all’italianità non come a un’eredità da custodire gelosamente, ma come a un ponte culturale da attraversare insieme, con orgoglio e apertura. E da eventi come “Donne Straordinarie”, emerge con forza l’idea che le donne – in Italia come in Irlanda – non solo possono cambiare la storia. Lo stanno già facendo.